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Portatori di Speranza - Gli operatori pastorali anima della nostra Comunità

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

Il prossimo 20 ottobre è previsto quello che tradizionalmente chiamiamo il “mandato missionario” per tutti gli operatori pastorali della nostra comunità. Proviamo ad analizzare i due termini:


Mandato”: vuol dire “essere inviati” e ci riporta a quella che è stata l’esperienza dei discepoli, chiamati ed inviati da Gesù ad annunciare il vangelo. Così è fin dall’inizio della comunità cristiana e così è oggi. Tutti siamo discepoli e tutti siamo sia chiamati che inviati, anzitutto in virtù del battesimo, poi, nello specifico di una Comunità pastorale, ad alcuni viene chiesto di mettere a disposizione della Comunità i propri talenti e il proprio servizio in modo specifico. Il “mandato” lo si riceve. Nessuno si auto-candita, perché il servizio svolto nella comunità nei diversi settori (liturgia, diaconia, annuncio) non è per mettersi in mostra, ma per il bene comune.


Missionario”: questo termine esplicita lo scopo dell’invio. Non si è chiamati ed inviati per parlare di sé, ma per continuare l’opera di Gesù: annunciare il vangelo. Essere missionari non vuol dire fare proseliti, ma farsi prossimi agli uomini e donne del nostro tempo per dare loro una parola di speranza che nasce dalla nostra esperienza concreta e personale con Gesù.


Ringraziamo quanti hanno detto “Sì” a questa chiamata e si sono resi disponibili a servire la nostra Comunità nei diversi ambiti e servizi, ad essere verso tutti portatori di speranza.

Il Signore doni a tutti sapienza e umiltà per vivere con i sentimenti giusti questa missione.



P. Antonio

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