Se penso ai vari conflitti in corso in diverse regioni del mondo, rifletto sul fatto che manchino dei mediatori (credibili, aggiungo io) che possano mettere d’accordo le parti in causa. Se solo ci soffermiamo sui due ultimi conflitti: Russia-Ukraina e Israele-Palestina, ci stanno provando in tanti (sicuramente anch’essi con degli interessi), ma nessuno sta riuscendo fino ad oggi a far smettere queste guerre, che purtroppo continuano a generare morte e distruzione. Ecco, forse il problema di questi mediatori è proprio l’essere interessati al risultato finale!
Speriamo che qualche nazione, persona o istituzione, possa fare una mediazione onesta, credibile e disinteressata tra le parti in conflitto.
Mi è venuta in mente la figura del mediatore quando ho letto e meditato le letture bibliche che la liturgia ci presenta in questa domenica: Eli (prima lettura) e Giovanni il Battista (vangelo) sono due mediatori. Il primo verso Samuele, chiamato da Dio a diventare un profeta; il secondo verso due dei suoi stessi discepoli, che da quel momento in poi diverranno discepoli di Gesù.
Entrambi hanno in comune il non pensare al loro interesse, ma al bene della persona a loro affidata. Il mediatore è un ponte, affinché la persona in causa raggiunga la meta… e nel caso dei personaggi biblici di questa domenica, la meta è rispondere a Dio che chiama.
Anche nella mia vita ci sono stati dei mediatori – forse vari – affinché scoprissi la mia vocazione di missionario scalabriniano a servizio dei migranti. Ci sono state persone che mi hanno dato dei consigli, ma che col tempo si sono rivelati non essere per il mio bene, mentre altri mi hanno aiutato in modo disinteressato a scoprire e capire la vocazione, cioè la chiamata che Dio mi faceva.
Prego per tutti voi, affinché ciascuno possa trovare sul suo cammino qualche mediatore (appunto, credibile) per poter raggiungere il proprio fine: il senso dell’essere al mondo.
Con affetto
p. Antonio
Yorumlar