E tu: chi sei? Cosa hai capito fino ad oggi della tua vita, della tua identità e della tua missione?
Cosa hai capito della tua fede, del tuo battesimo e di chi oggi sei chiamato/a ad essere nella chiesa e nel mondo?
Lo so, troppe domande e tutte ampie e complesse. Eppure non possiamo sfuggire da questo confronto. Sarà perché la vita prima o poi ci mette davanti ad uno specchio e ci obbliga a guardarci in faccia, a vedere con gli occhi della mente e del cuore chi siamo diventati.
Non ci spaventa il passare degli anni, purché siamo contenti del cammino fatto. Contenti non vuol dire che tutto è sempre andato secondo i nostri piani, anzi a volte ci sembra che tutto vada storto. Contenti vuol dire che tutto ciò che siamo e che siamo stati acquista un senso.
In questa terza domenica di Avvento la liturgia ci presenta ancora il Battista, quest’uomo forte e umile allo stesso tempo. Un profeta, un inviato, un porta-voce. Sì, è così che si è definito: “Io sono voce”, ha detto. Voce per amplificare la Parola (il Logos). Avete presente quell’esperienza tipica della stagione invernale, quando vorremmo dire qualcosa ma…non abbiamo voce. Non ci mancano le parole, ma la voce, il suono, l’amplificatore. Siamo a-foni, senza voce.
La vita cristiana può essere vissuta in totale afonia, quando in realtà non ci mancherebbero le occasioni per farci “voce di chi non ha voce”. Sono tanti i muti nella nostra società. Sono coloro che vengono schiacciati dalle ingiustizie e non riescono a difendersi da soli. Solo i piccoli e gli umili che non sono presi in considerazione perché non rientrano negli schemi di quelli che contano. Sono gli stranieri che non hanno diritti perché non hanno un passaporto o “non sono dei nostri”. Sono tutti quegli esclusi che il profeta Isaia descrive così bene nella prima lettura, di cui Gesù ne ha fatto i destinatari della sua missione e per i quali si è fatto voce.
Essere cristiani, allora, vuol dire farsi voce, di Gesù e di coloro con i quali lui si è identificato.
Una canzone che stiamo cantando prima della lectio divina dice:
“Vieni, Signore, a vivere in me, vieni e rinasci ogni giorno per me. E ci sarai tu in ogni uomo che accoglierò”. Penso sia questo il Natale.
Buon cammino
P. Antonio
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